SINOSSI
Un racconto di desiderio, pericolo e ricerca di identità
Sinossi
TRAFFICO è un’opera di Sergio Blanco che scava nelle profondità dell’animo umano, portandoci in un viaggio nelle zone d’ombra della città e della coscienza. Al centro della storia c’è Alex, un giovane che vive ai margini, intrappolato in un mondo di desideri inconfessabili, sogni irraggiungibili e una dura realtà fatta di sopravvivenza e violenza. Alex è un prostituto che, attraverso il suo racconto, ci conduce nelle pieghe della sua esistenza, fatta di incontri fugaci e scontri profondi, di bisogni che vanno oltre il corpo e di un anelito di fuga che sembra sempre più lontano.
La moto sportiva, simbolo del suo desiderio di libertà, rappresenta un miraggio, un’immagine costante di quella vita diversa e più autentica che sogna, ma che non riesce a raggiungere. Ogni incontro con i suoi clienti – tra cui spicca il “francese”, una figura enigmatica e pericolosa – diventa un tassello di una spirale che lo trascina sempre più a fondo, tra momenti di seduzione e una cruda realtà che spesso sfocia in violenza.
Blanco ci presenta una storia densa e coinvolgente, in cui il linguaggio del protagonista mescola verità e menzogna, rivelando la sua lotta per restare a galla in un mondo che lo schiaccia. Alex è un’anima inquieta, sospesa tra ingenuità e consapevolezza, in un continuo tentativo di riscatto che, tuttavia, sembra sfuggirgli di mano.
TRAFFICO ci invita a riflettere sul desiderio di fuga e sulle barriere che la società impone, attraverso un testo che gioca sul confine tra realtà e finzione. Lo spettacolo non è solo la storia di Alex, ma un’esplorazione delle fragilità umane e delle illusioni che coltiviamo, in un intreccio che scardina ogni convenzione.
Note di regia
Nell’allestire TRAFFICO, l’approccio registico si è concentrato sull’essenzialità e sulla capacità evocativa degli elementi scenici. Il testo di Sergio Blanco, denso di simboli e riflessioni, richiede un’interpretazione che vada oltre il naturalismo e che, attraverso pochi dettagli, riesca a costruire un intero universo emotivo e mentale. La moto, per esempio, che rappresenta il massimo desiderio di libertà per Alex, non è riprodotta realisticamente, ma suggerita attraverso frammenti scenici: una ruota, un manubrio, un fanale, sospesi nel vuoto come lo è l’esistenza stessa del protagonista. In questo modo, l’oggetto desiderato diventa anche metafora di un sogno mai del tutto realizzabile, qualcosa che il protagonista può immaginare, toccare, ma mai possedere completamente.
La regia punta a costruire un dialogo tra lo spazio e l’interiorità di Alex, creando una dimensione sospesa e a tratti onirica, in cui la realtà e il desiderio si fondono e si scontrano. Lo spazio scenico è volutamente spoglio, un non-luogo che si presta a diventare il riflesso del mondo interiore del protagonista, con giochi di luce che disegnano percorsi e confini invisibili, quasi a rappresentare le linee del destino da cui Alex cerca di fuggire. Le luci, quindi, non sono solo un elemento estetico, ma anche un narratore silenzioso, che accompagna il protagonista nelle sue oscillazioni tra attrazione e repulsione, speranza e rassegnazione.
A livello interpretativo, l’attore è chiamato a vivere il testo di Blanco come un’esperienza intima, portando sulla scena non solo il corpo e la voce, ma anche un profondo coinvolgimento emotivo. Alex è un personaggio complesso, che si muove tra ingenuità e disillusione, tra momenti di profonda vulnerabilità e altri in cui sembra dominare la scena con una durezza quasi crudele. La direzione cerca quindi di guidare l’attore in un percorso che renda ogni gesto, ogni pausa, un frammento di vita vissuta, in modo che il pubblico possa percepire la fragilità e l’umanità che emergono dal suo racconto.
TRAFFICO, nella sua essenzialità scenica, è un’opera che sfida il confine tra realtà e illusione, spingendo il pubblico a confrontarsi con le proprie percezioni e pregiudizi. La regia ha scelto di rispettare la struttura del testo, valorizzandone i momenti di sospensione e di silenzio, creando un’esperienza che invita lo spettatore a immergersi nell’universo di Alex, e a sentire, attraverso di lui, il peso dei suoi desideri e delle sue paure.